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Il punto sulla lunga battaglia per l’equo compenso per i professionisti.

Sembra non avere fine la lunga lotta dell’universo professionale per il compenso minimo garantito.
La battaglia dei professionisti tecnici sull’equo compenso è iniziata con lo scopo di porre fine al fenomeno dei “bandi a un euro”, in cui le Amministrazioni pubbliche chiedevano prestazioni professionali in cambio di compensi simbolici.
E’ emblematico in tal senso il “caso Catanzaro”, in cui il Comune ha indetto una gara per il conferimento dell’incarico professionale a titolo gratuito, per la selezione dei consulenti progettisti esterni per la redazione del Piano Strutturale Comunale (PSC).
Per queste prestazioni professionali, il Comune ha previsto un rimborso spese (includendovi anche il costo dell’assicurazione professionale), e un compenso pari a 1 euro.
Di fronte alle proteste del mondo delle professioni, il T.A.R. Calabria ha bocciato le scelte del Comune, ma successivamente il Consiglio di Stato ha ribaltato la situazione affermando che per compenso si può intendere anche l’esperienza e il ritorno di immagine che il professionista ottiene dallo svolgimento dell’incarico.
L’equo compenso per i professionisti è attualmente assicurato attraverso l’applicazione del “Decreto Parametri” (DM_17 giugno-2016).
Lo ribadisce il Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), che ha tracciato il punto della situazione sulla normativa da rispettare nell’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura.
L’equo compenso è stato introdotto dal Decreto Fiscale (L. 172/2017), che ha esteso a tutte le professioni, ordinistiche e non, e alla Pubblica Amministrazione le disposizioni contenute nella Legge 247/2012 sulla professione forense.

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